“Questa è la mia casa”, deve aver detto Zaccheo a Gesù, aprendogli la porta di ingresso. Poco prima, per poterlo vedere, il capo dei pubblicani era salito sul ramo di un albero.
Ma Gesù aveva alzato lo sguardo: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. E tutto cambia, quantomeno la vita di Zaccheo, che ripaga i torti commessi mentre fuori dall’abitazione la gente mormora: come? Gesù è entrato in casa di un peccatore?
La casa è al centro. Chissà quante volte, Zaccheo, ha fatto ritorno dopo aver riscosso esose tasse e messo in difficoltà famiglie perbene. Chissà quante volte, in quella casa, ha pensato al futuro, a come arricchirsi ancora, a come avere più potere.
In quella stessa casa, con Gesù, scopre invece un senso nuovo da dare alla propria vita. Lo immagino cantare, con un paio di migliaia d’anni di anticipo rispetto a Jovanotti, “Questa è la mia casa/ La casa dov’è?/ La casa è dove posso stare in pace con te”.
Anche l’incipit rende l’idea: “O Signore dell’Universo/ ascolta questo figlio disperso”. E chi è più disperso del capo dei pubblicani aggrappato al ramo di un albero, in una scena che può apparire persino comica? Eppure le domande di Zaccheo sono serie, riguardano la propria esistenza, rimandano a una speranza. Rimanendo nella canzone di Jovanotti: “Io lo so che tu da qualche parte ti riveli/ che non sei solamente chiuso dietro ai cieli”. Zaccheo lo vede, e lo invita a casa. Che ha le stesse mura di sempre, la stessa porta di sempre (magari un po’ più aperta), ma senza più solitudine. La casa, d’altra parte, è “dove posso stare in pace con te”.
Il vangelo di domenica 3 novembre
Lc 19, 1-10
Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Lascia un commento